giovedì 15 novembre 2012

65th Cannes Film Festival/Cronenberg



Sceneggiatura 9: script delilliano in testa, l'autodistruzione, l'inutilità, il vagare ripetuto della parola, gli spazi vitali già angusti e delegittimati, la continuità ineludibilmente splendida. Chapeau.
Scenografia 8: claustrofobia una parola d'ordine, la chiave per esasperare in positivo le qualità intrinseche, il buio postmoderno del sesso in limo, la comunicazione di coppia in lunch break al pub, Manhattan dalle finestre ormai stabilizzate.
Cast 8: l'ex vampiro odiato e il riscatto, l'impressione che cancella in un attimo le certezze consolidate, piccoli camei di contorno per un cast di grido che non risuona invano.
Regia 9: prolisso senza cali di tensione, lento senza momenti di noia, radicale senza scosse di perbenismo, fotogrammi di una giornata impossibile nel susseguirsi avido delle riprese sempre magnificamente orchestrate. I dervisci al funerale. Gli anarchici e la sommossa. Il barbiere nella notte dimenticata. Totale come poche altre opere nella storia del cinema.


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