venerdì 12 dicembre 2014

Cinema americano/Grand Budapest Hotel



Sceneggiatura 8: l'omaggio a Zweig va molto oltre, dai toni tipicamente andersoniani della commedia surreale sino a una semplice quanto curiosa struttura a scatole cinesi di flashback. Genio puro.
Scenografia 7: l'hotel di cartone causa sgomento tra gli amanti dell'architettura che emula, una buona fotografia garantisce location cristalline tra piste di slittino e treni di ispezioni.
Cast 7: non tutti gli interpreti del cartellone celebrativo delle celebrità sono a proprio agio, con Brody, Law, e lo stesso Abraham a zoppicare, da Fiennes protagonista l'interpretazione più riuscita.
Regia 8: riprese che spaziano su molti stili, prediligendo come sempre un colorismo estetico da trademark, ritmo incalzante da epopea dell'assurdo, pause e dilatazioni in una personalizzazione sempre più evidente.

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