sabato 14 dicembre 2019

Cinema cinese/Waiting in Beijing



Sceneggiatura 5: ingenuo come un feuilleton di bassa lega, il pastiche impossibile è tra promozione turistica, denuncia pacifista di un mondo senza confini e persino l'insinuarsi di un triangolo amoroso quando anche i cliché scendono a patti con la realtà. Manca (opportunamente) l'happy-end made in USA, un giorno sicuramente tutti noi troveremo dove inizia un amore senza fine.
Scenografia 6: tutto ha un sapore autentico, a partire dai lunghi viali pechinesi di edifici monumentali che scorrono veloci dai finestrini di un Maggiolino iconico, Grande Muraglia e Colline Profumate, un lago dello Yunnan come chiusa romantica di un film romantico.
Cast 5: Steph Song si prende da subito tutta la scena, la classe di una presenza mutevole che sa far innamorare, un giorno originale per una troupe che ha principalmente pagato per essere nella pellicola. W i George Martini!
Regia 5: Zhang è l'esordiente che non ha più voluto ripetersi, la favola moderna che mette in scena, al netto di situazioni impossibili e recitazione appena abbozata, rimane impressa per il numero infinito di scene brevi e un palcoscenico di stupefacente semplicità.


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