martedì 10 settembre 2013

Flags/Dominican Republic

 
SOLO QUIERO DARTE UN BESO
 
Questa storia comincia in una notte di passeggini, il sentore presidenziale da tralasciare, l'omaggio turistico da rinviare, l'obolo al grande attore di Boca Chica da lasciar elargire alla business class. Un forte desiderio, un traguardo storico da celebrare e quella notte ritorna per restare, le 9 ore dirette preferibili nel solco della tradizione del party col delfino e dello spumante, delle emoluzioni per tornare a essere passeggeri e del drop off che fa saltare la coda nell'amato scalo aeroportuale datato 2000. 7 aeroporti internazionali per 4 milioni di turisti, elenchi di un'animazione non richiesta, Brasile e Cina mandano bus, es la noche del Caribe y ademàs, nos vamos hacer vacaciones. Viva Wyndham, l'ovvietà della diaspora continua tra Beach e Palace, letti a tre piazze da leggenda metropolitana, panchine per il riposo del circo, frici di saponette a stelline verdi, la Presidente alla spina per una pizzeria che fa servizio tutta la notte, la baby dance dei grandi ammaliante di colori locali e ritmi coinvolgenti. Il sole dell'Instaweather rispetta le previsioni settimanali, la spiaggia bianca e la foresta di palme, l'invasione dei lettini blu, gialli e verdi, salvavidas rigorosi e pesos di attrezzature marine per lo snorkelling, un buffet di regole e competizioni per un tavolo. Le quattro piscine e il tiro con l'arco, le lingue parlate, algo local, il caffè espresso della Cimbali, la festa francese e la coppia brasiliana del beach soccer, il faro-bar della Iberostar che si svelerà al tramonto bagnato dell'ultima passeggiata, mentre il villaggio si riempie nuovamente di clienti dominicani. E Giancarlo De' Famazzi accompagna i genitori con un'attenzione particolare al cromatismo delle divise ripetutamente indossate, i corridoi lunghi dei laghetti dei fenicotteri, le foto ricordo forzate con le iguane spaventevoli, le paperelle della sveglia mattutina con le tende verdi da tirare per dimostrare l'arrivo della luce, i pappagalli rossi emblema secondario di Hispaniola preservato per un'eventuale futura visita. Dominibus parte per Altos de Chavòn, la consapevolezza dell'addio alla basilica 'bruttissima' ma bellissima di Higuey in una mancia apprezzata per 15 sigari alla vaniglia e uno al cioccolato, Dominicus ristora di teli mare azzurri e bandiere verdi, l'auto a nolo per Punta Cana un lampo improvviso che non darà luogo a un vero e proprio temporale decisionale. E il curcubeu implora attenzione, Morini produce i liquori dei cocktail dell'all-inclusive, le lezioni di bachata hanno spodestato quelle di merengue, la salsa cubana sempre presente in seconda battuta, i ristoranti à la carte concedono piatti di diversa misura e cucine del mondo molto prima dei menu per continente, tra la clientela scomposta degli appetiti romani e delle Converse sovraprezzate. Bayahibe è Calle Peatonal, i prezzi di riferimento per la cerveza de La Cueva, El Mundo di salvagenti per tuffatrici indefesse, un bicchierino di Mamajuana tra gli ovvi souvenir di dubbio gusto, omaggi ai Taino nei portacenere in vetro, quadri dal tratto originale e dalle dimensioni esagerate, repliche haitiane, capanne sul mare, frutta al mercato e treccine, massaggio o unghie, niente? La vegetazione folta degli sterrati da abbandonare e dei condomini juandoliani lascia spazio alle ville private di Madonna, Shakira e Julio Iglesias, le piantagioni di canna da zucchero onnipresenti ai margini dell'autostrada in completamento per dicembre, i rios spettacolari di profondità alberate, La Romana un obelisco al centro commerciale, ricchezza indotta di turismo e attività produtttive, lo stadio dei Toros del Este tra i manghi dei venditori ambulanti scacciati dalla Politur. La sosta senza etichetta è quella di un lecca lecca rosa e giallo alla cannella, Ratatouille scatta, Wellington for the English speaking people, Arsenio guida tra il traffico in ingresso della capitale del baseball, Macoris un retaggio tribale mal distribuito, i colmados ancora pallidi per l'orario poco danzante, supermercati colorati, confraternite orgogliose e monumenti agli zuccherifici italiani. Nel poco invitante panorama dominato dall'archeologia industriale si bagnano i gitanti della domenica, la piccola bocca non ottiene l'agognato pallino della consapevolezza della nullità della nostra immaginazione, il Faro a Colòn e la papamobile del mentore che si omaggia con un 102, SD (buen viaje), Barliafa lascia la reflex in mani inesperte, fabbriche di rum arcinote a livello mondiale, la vera e propria tomba un punto interrogativo da svariati milioni di dollari. E la più piccola simpatizza con Valentina e Matteo, il figlio e il fratello pessimi governatori, San Salvador è a Bahamas, gli ambienti ricostruiti in un'allure portuale da perfezionare tra il mattone dominante e i fiori dell'albero del fuoco, una meridiana che si fregia come molti altri feticci del titolo di 'prima d'America'. Il cambio della guardia tra i flash dei turisti e il suono dell'organo che non farà sfumare il sottofondo, le bandiere dei pochi hotel di charme e i chioschietti ambulanti dei gelatai del centro storico dell'UNESCO, la fortezza dall'aspetto severo e il prato verde dei giardinetti curati, il caldo opprimente nel reticolato dove sono appena partiti i restauri annunciati di marciapiedi e manti. Un'audioguida che si autospegne dopo la prima descrizione, presepi creativi e pregi architettonici per orgogli latini di confessioni in legno, la volta gotica prospetticamente memorabile, il fregio dell'aquila un contraltare artistico al negozio di Montecristo, la sfilata dei piccioni sul monumento a Cristoforo che volge le spalle al mar dei Caraibi. Una benedizione por tu linda familia, y despues la solitudine preziosa di un'ora rivolge lo sguardo a musei e monumenti minori, il fascino da recuperare tra statue di preti e simboli di bibbie aperte, 'como habla bien', una Duarte che non soddisfa, campanili bianchi lontani di colline galliane, il liberty nella fatiscenza razionalista del Mercure, soli e tamburi, Ipanema blu e smalti azzurri, le radioline di qualcuno che ha ammarato tra i colori e i suoni dell'isola. Pizzarelli ristora torpedoni stanchi di un trenino monegasco, il lungomare a palme riporta all'era di prima dello street view, ricordi di filmini domenicali e preventivi esosi di Americas a svincolare, hotel dal nome di una catena, panoramicità che non dimenticano il dittatore e le tre farfalle martiri, Gazcue alberata e vivace di una middle class in crescita per una metropolitana che resterà mestamente sul filmato generalistico dell'ente del turismo. E la ristorazione è tipicamente a buffet, niente yuca, niente mangù, il mofongo sconosciuto ai posteri, l'alcool a pagamento, il riso con i fagioli, le melanzane ripiene, un po' di pollo, un po' di pesce (cit.), l'insalata mista e l'albero delle banane mature, le danze roteanti delle prove in erba, la foto profilo che rimane ferma sullo sfondo. E Medina fa il presidente abitando nella propria residenza privata, le targhe davanti rimosse da un governo ingegnoso, i bar sulle terrazze in attesa di altri clienti, la Chinatown con i crismi della porta e del tempio, i ponti sospesi uno spettacolo americano di preistoria dell'ingegneria. La tarde cala tra gli scogli di un parco marino a relitti autoaffondati, il pedaggio autostradale in uscita, le bancarelle di conchiglie proibite, la Maldita primavera che riparte e rimette il DVD in attesa del meritato 'rest' e della corsa scalza al Video Shop delle anteprime e dei pagamenti con tarjeta. Ma poi c'è ancora quell'escursione che di solito fanno sempre tutti (cit.), il rinvio del venerdì porta con sé l'alba assolata del sabado, un chaleco salvavida por la chiquita, Carlos a filmare gli effetti della vitamina R tra il greatest hits degli Aventura (K.O.B., n.d.w.) e la quiete calma del catamarano e delle stelle marine giganti, i pesci gialli e neri dissolti dai tuffi degli statunitensi, il fortunale sulla rotta di Saona una seconda Girolata per chi scende e scappa sul litorale cremoso del parco nazionale. Una stanza dalle tende gialle sarà il contributo del tour operator per la prenotazione tramite bracciale arancio, l'ultimo buffet avrà una torta simbolicamente a bandiera, il saluto sull'attenti dei professionisti del ballo, il servizio di facchinaggio abolito dal serpentone slow, le considerazioni sul mercato del taglio dei capelli a Milano ad accompagnare le pessime limited editions della Pringles, un'ultima 'tipo Pilsener' tra chi cerca bambini e chi applaude clandestinamente all'atterraggio. Socu socu, baci baci. Socu socu, vira vira. Socu baci, socu vira, socu baci vira.

Nessun commento:

Posta un commento