giovedì 14 aprile 2016

Cinema kazako/Nomad



Sceneggiatura 5: la nascita di un popolo, ossia il sentimento nazionale che in alcune parti del mono accomuna le lingue riconosciute all'obsoleto concetto di patria.
Scenografia 5: città turkestane (di nome e di fatto) ricostruite con semplicità in una piana assolata, gabbie di linee di successione e assalti fratricidi nel silenzio delle tribù estinte.
Cast 5,5: nomi internazionali prigionieri del copione affettato, retorica che gronda copiosa come il sangue, scene corali di orchestrazioni sufficienti.
Regia 6: da manuale del kolossal storico interpretato alla lettera, tra carovane di paesaggismo e pause dialogate eccessivamente esplicative e dettagliate per l'epoca narrata. 


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