mercoledì 2 marzo 2022

94th Academy Awards/The worst person in the world

 

Sceneggiatura 9: pur non conoscendo i primi due episodi della trilogia di Oslo (che sicuramente recupererò), questo terzo film è una fotografia esemplare del fallimento di una generazione (la mia) che si è persa a crearsi problemi inesistenti, percependoli come reali, dalla paura di un figlio a quella di una relazione, vivendo il tempo come un unico lungo presente immutabile.
Scenografia 8: Oslo conquista e rapisce in quasi ogni scena, anche nelle carrellate di finestre vuote e abbandonate del drammatico finale, oltre ai percorsi dei tram tra le acque e le colline, le case di legno e quelle di ogni elegante capitale alberata.
Cast 8: una prestazione a dir poco magistrale per l'iconica attrice principale che sembra la reincarnazione di un'eroina di Rohmer, solidi anche i due partner partecipi che si alternano amorevolmente al suo fianco.
Regia 8,5: succede raramente di innamorarsi di un film alla prima scena (vedi foto sotto), e non sempre le promesse visive si mantegono in linea con le aspettative autosettatesi in un attimo al livello alto; in questo caso però urliamo al capolavoro, ben consapevoli delle capacità di Trier di variare le due ore di proiezione con episodi fantastici (la gente ferma) e grotteschi (il fumetto che prende vita) all'interno di un dramma tenero e toccante come pochi altri nella storia del cinema. 

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