lunedì 2 marzo 2020

Studio per Milano Città Stato

L'ALTRA MILANO

Ricordo ancora i giorni della mia povertà. Il conto in banca era pingue, i mesi disperatamente uguali su e giù da un treno. Mancava qualcosa, da sempre. Le voci, gli sguardi, lo stigma, erano in agguato dietro un angolo, anche solo per fare conversazione. E i viaggi che inseguivo disperatamente, non portavano a niente, se alla fine il punto di ritorno era sempre quello di partenza. Pendolari, ma come fate a disprezzare Milano? Il lavoro c'era già da un paio di anni, ma la città non conquistava: metropolitana gialla e un breve tragitto a piedi, qualche camminata tra casermoni in giorni senza nubi, qualche concerto e notte brava nelle locations della movida. Era la Milano grigia, grigissima dei mandati Albertini, quella che dava ragione ai tanto diffusi cliché: zero cura dell'ambiente urbano, nessun progetto di riqualificazione, intere aree degradate anche in prossimità del centro. L'ipertensione però era arrivata al limite della sopportazione, dopo infinite sveglie alle ore 5, e non voleva più tornare indietro. Wagner, Marghera, Ravizza. Il triangolo d'oro delle mie notti in hotel dimostrava che dopotutto esisteva davvero un'altra Milano. E a zigzagare tra le corsie della 'circonvalla', si stava proprio bene. Milano era leale: mi aveva accolto benissimo, senza pregiudizi, così diversa dalle altre città italiane. Una volta alla settimana, in esplorazione. Così anche un giargiana scopriva Porta Romana, Porta Venezia, Brera, San Siro, Lambrate, Cità Studi, e si emozionava ogni volta. Probabilmente la città non è 'grande da impazzire' come la cantava Guccini, ma ha un cuore che batte in ogni suo angolo, un'anima nobile che tollera e passa oltre, che qui le idee possono persino avere successo. Milano fa girare la testa (cit.). Il bus, il tram, la metropolitana. La gialla, la verde, la rossa. E in un attimo ti senti parte del tutto, ti consideri senza nemmeno pensarci su milanese ('non dalla nascita', aggiungi, per quelli più suscettibili). L'aperitivo diventa la tua religione, la droga inevitabile per i ritmi lavorativi che qualche volta eccedono i limiti. Ogni volta che torni da un viaggio, stavolta sei felice. Perché hai sempre il posto più bello per te. Il miracolo è storia recente, quasi trita: nell'Italia paralizzata da trent'anni, la città comincia a crescere, a diventare sempre più bella, internazionale, aperta, unica. Tu vuoi vivere il tutto in prima persona, immagini ogni strada alberata, ogni rudere demolito, un futuro ancora più bello per quelle strade che ti hanno cambiato la vita. Fino al giorno in cui scopri che il tuo sogno l'hanno già sognato altri (fortunatamente), e ha un nome di tre parole: Milano Città Stato.

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