Sceneggiatura 8: l'amore come ultimo baluardo, senza difese, nei confronti della malattia che tutto annulla e distrugge, di gesti estremi a dettagli curati e una lunga discesa di quotidianità improvvisamente opprimenti.
Scenografia 7: spazi resi più angusti da una cinepresa occludente, cucine di attacchi fedifraghi e salotti di accoglienze passate, Parigi intuita di case bianche e autobus notturni.
Cast 8: sorprendente il vecchio del grande cinema francese, 82 anni di dedizione e soffocamento, lucidità permanente e rabbia repressa, la Riva premiata dagli ineccepibili sintomi.
Regia 9: cinema magistrale, dalle capacità espressive infinite (si pensi alla scena iniziale della platea che segue lo spettacolo), nella gradazione discendente di più tonalità di dolore fino al sogno bellissimo che libera e riunisce i due protagonisti.
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