giovedì 16 febbraio 2012

84th Academy Awards/War Horse



Sceneggiatura 7: meritevole lo scritto di Mopurgo, vera propria favola nel solco di Esopo tra intrattenimento e morali, parzialmente riuscita la trasposizione in soggettiva del cavallo tra fucili puntati e casematte di ufficiali.
Scenografia 6: Devon fermo e appiattito su Dickens, assai meglio la terra di nessuno in continente di mulini e vento e campi di battaglia a trincee.
Cast 5: in una pellicola dominata dalla nobiltà equina gli interpreti umani zoppicano vistosamente, a cominiciare dallo sconosciuto Jeremy Irvine. Più che dignitoso nel suo commiato il nonno francese-danese.
Regìa 6: chi ha diretto Hook e Schindler's List a distanza di due anni ha abituato il pubblico ai suoi continui alti e bassi, per una volta concentrati nella stessa stesura. Da bruciare la prima mezz'ora manieristica di musiche di scena, patetismo padrone e paesaggi ritoccati al computer. Poi la grande tecnica della macchina bellica in corale si prende la scena (meravigliosa la fucilazione da lontano), concedendo un ultimo break americaneggiante all'eccessivamente epica fuga del buon Joey.


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