venerdì 4 maggio 2012

Venezia 68/Alfredson



Sceneggiatura 6,5: Le Carré ovvero il paradigma della spy story lenta, da scartare tra i dialoghi e le messinscene (a posteriori, evidente il teatrino ungherese, n.d.b.), un minimo sfasamento temporale a rigettare la continuità da saggio scolastico.
Scenografia 6,5: evidente l'aura polverosa della Budapest del bastione dei pescatori, locations infime nascoste nei meandri della Greater London infinita.
Cast 7,5: il coro è unanime e assolutamente meritato per un'interpretazione da cinque stelle oldmaniane, persino le pieghe del volto suggeriscono emozioni, buono il contorno di contatti e sospettati.
Regìa 7: più compartecipazione alla scena rispetto ai vampiri degli esordi, il pompatissimo svedese riesce a girare un thriller alternativo per ritmi e dialoghi che sconfinano nel romanticismo omosessuale, la patina estetica del tutto perfettamente settantiana.


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