sabato 19 maggio 2012

Venezia 68/Paronnaud&Satrapi




Sceneggiatura 5,5: potenziale super e ali spezzate dal filone modaiolo della favola triste, il compromesso tra ironia e sentimenti veri tutt'altro che ben risolto tra figli abbandonati e violini frantumati.
Scenografia 5: Babelsberg ricrea città persiane a profusione, le strade dei set sempre troppo strette (anche nel 2011), i minareti dei sogni tehraniani un profilo dichiaratamente fiabesco.
Cast 6,5: un'altra interpretazione senza picchi per l'eroe del momento, molto più cadenzata nel ritmo del personaggio docilmente secondario la pianista Golsifteh Farahani.
Regia 5,5: dopo i trionfi di Persepolis, la strana coppia delude il proprio pubblico scegliendo una forma espressiva dubbia che non ripaga né la commedia né la tragedia, le carte mischiate nel frammentare l'esposizione dei fatidici 'otto giorni per morire' l'unico acuto registico.


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