
Stile svolazzante, parole che suonano come partiture musicali, a volte troppo banali (come nel caso dei gabbiani di Lunedì o Martedì o nelle memorie sdolcinate del racconto che dà il nome alla raccolta), a volte esageratamente complesse, vedasi la costruzione quasi lifeisaflaghiana del Romanzo non scritto o del delirante Segno sul muro. Ci sono tuttavia pagine di ottima fattura, personaggi di cartapesta uguali nel loro incedere unicamente finalizzato a un pensiero, a un'emozione: vedasi lo scorrere del tempo malinconico della Partita di Caccia, l'accettazione di se stessi nel Vestito nuovo, l'amore sfortunato di Lappin e Lapinova, la bellezza della primavera nei Giardini di Kew. VOTO 7
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