martedì 17 gennaio 2012

Cinema americano/The Hurt Locker





Sceneggiatura 8: l'imposizione imprevista, l'adrenalina che conquista famiglie al combattimento, routine di disinnesco tra guerriglia urbana e più canoniche scene ad ampio respiro, il cameratismo non scevro da citazioni.
Scenografia 8: Amman si presta magnificamente al caso, i quartieri periferici palestinesi perdono le colline e guadagnano le bandiere irachene (con le tre stelle, ovviamente). Il deserto del Kuwait è arancio di un sole che tramonta quotidianamente sulla guerra.
Cast 6,5: attori non troppo noti che aumentano ulteriormente la sensazione del vero, Renner domina di sigarette, cuffie e foga nella misurata sottomissione dell'elemento arabo.
Regìa 8,5: il flop del botteghino nell'Itaglia che raglia è solo la riprova del valore della pellicola, osannata a ragione di una cinepresa semovente che consente alla regista di Strange Days di codificare il realismo bellico con un manifesto visivo indimenticabile, la storia della Iraqi war è qui. Punto.

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