martedì 17 gennaio 2012

Cinema greco/Canino




Sceneggiatura 8-: un filo di ingenuità, nell'accostare parole universali a significati estranei in presenza di libri e persone umane, penalizza una metafora grandiosamente composta di educazioni dissennate all'ennesima potenza, il mondo esterno come via d'uscita dalla prigione ribaltata.
Scenografia 7: una piscina di acque cristalline, il muro di siepi del fratello dall'altra parte, pareti dai colori chiari manicomiali, una vecchia auto e la fatiscenza controllata da fabbrica quasi archeologica.
Cast 7,5: attori greci sconosciuti alle platee internazionali, performance adeguate a ruoli quasi impossibili di cani umani a quattro zampe, gatti feroci da fiocinare e pesci spontanei all'ombra del giardino.
Regìa 8: lentezza misurata da videoclip, ogni scena a durata limitata, l'assurdo messo in scena con realismo estremo, il sesso a tavoletta, le lampade giganti, i denti persi per la patente, il bagagliaio chiuso a lasciare in sospeso la conclusione impossibile del dramma.

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