martedì 17 gennaio 2012

Cinema italiano/La solitudine dei numeri primi




Sceneggiatura 7,5: lavoro a quattro mani che scompone temporalmente e riarrangia un soggetto di per sé già particolarmente accattivante, la diversità e l'unicità concetti rari e disprezzati dalla quotidianità abbruttente dei nostri tempi. Peccato che i due si concedano il finale hollywoodiano, convinti sarebbe stato sdoganato dai critici (ma non dal Lollino).
Scenografia 7: i portici bianchi riflessi dai vetri di un taxi, la notte del Valentino di panchine sotto l'acqua, le montagne rassicuranti del Sestriere, tutti, molti, pochi.
Cast 7-: il motore propulsivo della pellicola è nelle fasi giovanili, ove si alternano ottime performances tra adolescenze difficili e scontri genitoriali, più banale e affettata la resa dei due protagonisti adulti.
Regìa 9: Costanzo supera Giordano laddove agisce secondo istinto, tra citazioni estetizzate di maestri dell'orrore e scale del brivido, nebbia insonorizzata, maschere colorate, una televisione che trasmette cartoni animati, camere oscure rosso sangue, un matrimonio di tavolate monumentali, il ritmo ossessivo di una discoteca per teen a baci saffici e rituali macabri. Chapeau!

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