martedì 17 gennaio 2012

Cinema italiano/La nostra vita




Sceneggiatura 7: il j'accuse messo in bocca al diverso che non si assimila si sgonfia in una vicenda di tutti i giorni possibili in un universo parallelo sovrapposto, il lutto dimenticato nell'attaccamento al denaro che prevarica ancora una volta affetti comunque forti.
Scenografia 6,5: Ostia regala spiagge dall'illusione caraibica, strade di soleggiamento degregoriano e quartieri di palazzine balconate, epitelio inevitabile di una dominazione estetica da ostentare senza nemmeno riflettere.
Cast 7,5: ormai una realtà consolidata meritevole di palme e celebrità il Germano cresciuto dal fratello figlio unico, ma in generale tutto il cast è corresponsabile di una presa diretta romanesca contemporanea, tra immigrati di diverso profilo e immondizia edilizia.
Regìa 6: se negli anni '60 la critica era feroce per bonaccionismi ormai del tutto universali, cinquant'anni dopo la denuncia è tinteggiata di compartecipazione per personaggi molto più squallidi, visti come vittime di una società malata di cui in realtà sono parte movente. E' la nascita di un nuovo filone cinematografico, il neo-neorealismo.

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