martedì 17 gennaio 2012

Cinema danese/Haevnen




Sceneggiatura 5: rimescolando le note carte (già aftertheweddinghiane) dell'intrigo tra due famiglie e dell'excursus terzomondista, la coppia Bier-Jensen stavolta fallisce l'obiettivo, tale il distacco tra il gelo scandinavo della storia e il pathos compassionevole del lieto fine, assolutamente sconclusionato il sovrapporsi  metaforico di tematiche africane.
Scenografia 6,5: la bucolicità bullista della campagna danese, l'incanto degli schiaffi allo straniero, il sole di un tramonto keniota tra classici quadri di un paesaggismo di collegamento.
Cast 6: i protagonisti adulti (specie la sacrificata Dyrholm) hanno la profondità che manca ai giovani protagonisti principali, incapaci di andare oltre un paio di trite espressioni facciali di meraviglia e disprezzo.
Regìa 7: una conferma (e un riconoscimento), uno stile e una predilezione, al netto della sofferenza del plot restano momenti di grande presa tra primi piani e zoom dogmatici in un estetismo foriero di problematiche del nostro tempo.

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