martedì 17 gennaio 2012

Cinema italiano/Tutto l'amore del mondo





Sceneggiatura 5-: la sindrome pieraccioniana affossa ancora una volta l'operato vaporidisiano, che annega nella banalità di svolte improbabili un plot da road movie senza troppi luoghi comuni.
Scenografia 6,5: professionalità elegante per lo studio che ha curato le riprese all'estero, tutte molto ben circostanziate con gli occhi di un giovane le tre città narrate, si fa preferire Barcelona.
Cast 6: il mestiere dei navigati comprimari (Montesano, Rubini) tiene a galla la credibilità di un quartetto direttamente proporzionale alla veridicità in vivo dei loro personaggi.
Regìa 5: Grandi esordisce ma non lascia il segno, le riprese timide successioni di fotogrammi da commedia a lieto fine, anche se il prologo lascia intravedere qualche dote paesaggistica.

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